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Alla scoperta della via Iulia Augusta nel Ponente Ligure
La Liguria è montagna, casualmente interrotta da un orizzonte acqueo, il cui colore blu intenso è dovuto alla profondità e limpidezza di quel mare. Dallo spartiacque appenninico o alpino – che, appena dieci chilometri dalla costa raggiunge quote intorno ai 1800 metri – la montagna ripida e accidentata prosegue per un altro paio di migliaia di metri sott’acqua. Mare profondo e raggiunto dalle correnti fresche che provengono, portandosi dietro i grandi cetacei, direttamente dall’Atlantico attraverso le porte di Gibilterra. Tra Noli e il capo di Caprazoppa si estende un altopiano di rocce calcaree e bianca Dolomia, inciso da valli profonde e impervie, su cui incombono falesie frequentatissime dalla comunità internazionale dei free climber, che qui trovano pareti degne di questo nome, ma al sole della costa e con il profumo dei rosmarini. Siamo sull’altopiano delle Mànie e al centro sta Finale, con il suo bellissimo borgo medievale, antica capitale del marchesato dei Del Carretto.”
Roberta Ferraris, da Il sentiero e l’altrove, 2016, Ediciclo Editore
Da non perdere:
L’altopiano delle Mànie è un mondo a sé, rurale e silenzioso, dove nelle valli raccolte non è raro incontrare mandrie al pascolo su prati fioriti di orchidee. Il mare, dall’altopiano, non si vede, ma è appena dietro un ultimo lembo di bosco, e ci si arriva in un paio d’ore, ai piedi delle rupi di Capo Noli. Il mare si vede anche dalla vetta della Rocca di Corno, dove andremo alla ricerca delle incisioni rupestri, croci e coppelle che testimoniano della antichissima presenza dell’uomo di Neanderthal (e di più recenti graffitisti). Un segno importante lo hanno lasciato anche i romani, che attraverso la valle Ponci tracciarono una via consolare, la Julia Augusta, diretta verso la Gallia Transalpina, ma che a Capo Noli trovava un ostacolo insormontabile. Non sembrano invece esserci limiti per gli adepti dell’arrampicata sportiva. Li osserveremo muoversi agilmente sulle pareti verticali della Rocca di Corno. La meta finale del viaggio, dopo tanto girovagare tra altopiano e costa, è una città, Finale, che ha un cuore medievale nel suo borgo. Dai caruggi della capitale del marchesato di Finale, saliamo ancora, per un’ultima passeggiata nella storia: seguiamo le orme di un’infanta di Spagna andata in sposa a un imperatore, e per l’occasione, le fu costruita una strada che portava a Milano!
Sapori e prodotti: la panissa savonese, a base di farina di ceci, la ratatuia, i ravioli di borraggine, le trofie, il coniglio, e i vini Pigato e Granaccia.
Territorio, società e ambiente: il distretto del Finale è un’eccellenza nel turismo outdoor, poiché da anni ha incentivato le principali attività sportive che valorizzano l’entroterra: bicicletta da strada e mountain bike, arrampicata sportiva ed escursionismo. Tanto da essere una meta nota a livello internazionale.
Grado di difficoltà: facile.
La partenza: Stazione ferroviaria di Spotorno-Noli, ore 11.
L’arrivo: Stazione ferroviaria di Finale Marina, ore 16.
Guida: Roberta Ferraris, guida GAE regione Piemonte e accompagnatore turistico
L’itinerario: viaggio semi stanziale, possibilità di trasporto bagagli, si cammina su sentieri, sterrato, brevi tratti di asfalto, marciapiedi